mercoledì 13 novembre 2013

Fuga di Mezzanotte



Genere: Drammatico
Anno: 1977
Regia: Alan Parker
Cast: Brad Davis, John Hurt, Paul Lawrence Smith, Irene Miracle, Randy Quaid
Durata:120'
Voto:8,5/10
Istanbul, 1970. Un giovane ragazzo americano in vacanza, Billy Hayes, tenta di imbarcare con sé, sul volo di ritorno per gli Stati Uniti, due chili di hashish comprati durante il soggiorno. Riesce a prevedere ed aggirare tutti i controlli ordinari, ma non quelli straordinari predisposti dall'antiterrorismo, in cerca di eventuali esplosivi addosso ai passeggeri, venendo scoperto proprio al momento dell'imbarco.
Inizia così per lui un periodo di detenzione all'interno delle carceri turche, un periodo destinato a strappargli, oltre a 5 anni di vita, la vicinanza di tutte le persone a lui care...

Tratto da una vicenda realmente accaduta, e sceneggiato a quattro mani – a partire dal libro-memoria del “vero” Hayes intitolato Midnight Express – da Alan Parker ed Oliver Stone, il film rientra a pieno diritto nella mia personale classifica dei “film più disturbanti di sempre”, secondo solo a Funny Games (in quella versione remake del 2007 che annovera nel suo cast Tim Roth e Naomi Watts).
Va detto che la pellicola, per ammissione del regista e per conferma dello stesso Hayes, presenta i fatti in maniera sicuramente enfatizzata e maggiormente brutale di quanto non sia realmente accaduto, peccando quindi, se vogliamo, di incoerenza.
Personalmente, non ritengo che ciò sia un punto a sfavore, anzi evita di riproporre meccanicamente le vicende del libro, aggiungendo qualcosa in più.
Il film è infatti un vero capolavoro, perlomeno, e direi indiscutibilmente, dal punto di vista del coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Non ho avuto modo di leggere Midnight Express, pertanto non conosco l'andamento della vicenda reale, tuttavia pare essere a tratti “americanamente consolatorio”. Aggiungo, tuttavia, che a questo giro la consolazione non è fastidiosa né appare eccessivamente forzata. Anzi, può persino accadere di desiderarla man mano che i minuti passano, e man mano che l'umanità ed il cameratismo che ci si aspetterebbero tra i detenuti vengono meno.
Del resto il film si basa proprio su questo, e cioè sull'apparente assoluta incapacità, da parte dei personaggi, siano essi guardie o ladri, ma appartenenti allo stesso ambiente, di riconoscere nell'”altro”, in fondo, un proprio simile.

Non stupisce, infine, che, a causa delle sue rappresentazioni brutali, il film sia stato oggetto di critiche non sempre positive in più paesi del mondo.

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