Genere: Drammatico
Anno: 1977
Regia: Alan Parker
Cast: Brad Davis, John Hurt, Paul Lawrence Smith, Irene Miracle, Randy Quaid
Durata:120'
Voto:8,5/10
Istanbul,
1970. Un giovane ragazzo americano in vacanza, Billy Hayes, tenta di
imbarcare con sé, sul volo di ritorno per gli Stati Uniti, due chili
di hashish comprati durante il soggiorno. Riesce a prevedere ed
aggirare tutti i controlli ordinari, ma non quelli straordinari
predisposti dall'antiterrorismo, in cerca di eventuali esplosivi
addosso ai passeggeri, venendo scoperto proprio al momento
dell'imbarco.
Inizia
così per lui un periodo di detenzione all'interno delle carceri
turche, un periodo destinato a strappargli, oltre a 5 anni di vita,
la vicinanza di tutte le persone a lui care...
Tratto
da una vicenda realmente accaduta, e sceneggiato a quattro mani – a
partire dal libro-memoria del “vero” Hayes intitolato Midnight
Express – da Alan Parker ed Oliver Stone, il film rientra a pieno
diritto nella mia personale classifica dei “film più disturbanti
di sempre”, secondo solo a Funny Games (in quella versione remake
del 2007 che annovera nel suo cast Tim Roth e Naomi Watts).
Va
detto che la pellicola, per ammissione del regista e per conferma
dello stesso Hayes, presenta i fatti in maniera sicuramente
enfatizzata e maggiormente brutale di quanto non sia realmente
accaduto, peccando quindi, se vogliamo, di incoerenza.
Personalmente,
non ritengo che ciò sia un punto a sfavore, anzi evita di riproporre
meccanicamente le vicende del libro, aggiungendo qualcosa in più.
Il
film è infatti un vero capolavoro, perlomeno, e direi
indiscutibilmente, dal punto di vista del coinvolgimento emotivo
dello spettatore.
Non
ho avuto modo di leggere Midnight Express, pertanto non conosco
l'andamento della vicenda reale, tuttavia pare essere a tratti
“americanamente consolatorio”. Aggiungo, tuttavia, che a questo
giro la consolazione non è fastidiosa né appare eccessivamente
forzata. Anzi, può persino accadere di desiderarla man mano che i
minuti passano, e man mano che l'umanità ed il cameratismo che ci si
aspetterebbero tra i detenuti vengono meno.
Del
resto il film si basa proprio su questo, e cioè sull'apparente
assoluta incapacità, da parte dei personaggi, siano essi guardie o
ladri, ma appartenenti allo stesso ambiente, di riconoscere
nell'”altro”, in fondo, un proprio simile.
Non
stupisce, infine, che, a causa delle sue rappresentazioni brutali, il
film sia stato oggetto di critiche non sempre positive in più paesi
del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento