Subsonica, Eden (cover)
R.I.P. 2011
Il 2011 è stato un anno
che ricorderemo nei libri di storia, ma non per la musica.
Lo ricorderemo per la
guerra in Libia, l’omicidio di Bin Laden e di Gheddafi, le rivolte del medio
oriente, la caduta del governo Berlusconi (sperando sia definitiva) e un paio
di altre cose che al momento non ricordo e che non ho voglia di andare a
guardare su Wikipedia. Musicalmente è stato un anno come un altro, non
all’altezza del 2008 o del 2009, di Berlin Calling, Flashmob e Hombre Lobo e
Romborama e tutti quei dischi fantastici che non dimenticheremo mai, che
lasceranno un segno profondo nella storia della musica. Ma nonostante tutto,
questo anno ci ha dato qualcosa, ha lasciato delle tracce piccole ma non
insignificanti, alcuni, pochi grandi dischi, che hanno resistito alla cattiva
annata, alla pioggia e alla grandine del freddo inverno e ne sono usciti più
forti, forti delle loro difficoltà e delle loro ferite.
Ho fatto fatica a
scrivere questa Top Five, lo ammetto. Vi posso parlare di centinaia di singoli
House e Trance e di dischi Rock Revival e Indie ma sono per la maggior parte
solo passabili, li ho ascoltati tutti e non mi hanno interessato, non hanno
suscitato nessuna emozione nuova in me, niente di particolare.
Ho dovuto scavare a fondo
nei miei ricordi di quest’anno per fare questa classifica e l’ho cambiata e
ricambiata più volte, ogni volta che ricordavo un pezzo nuovo, che aveva
significato qualcosa per me quest’anno, che collegavo a ricordi o che mi aveva
colpito, in qualche modo. Il risultato mi ha soddisfatto, ed è qui sotto.
- Running, Gil Scott Heron & Jamie XX, We Are New Here, 21/2
Gil Scott Heron pubblica
l’album I’m New Here nel febbraio del 2010. E’ il suo primo album dopo sedici
anni di silenzio, sedici anni di problemi di droga, di processi e lunghe
permanenze in prigione (nel 2002 venne condannato a tre anni di carcere per
possesso di cocaina) ed è forse il suo album più puro ed enigmatico. È un album
pieno di vita, ma anche di morte, l’arte di un uomo instabile, pieno di
complessi e di ossessioni che si tramutano in musiche incostanti, scollegate e
in testi intricati e simbolici. We are New Here è un miglioramento del suo
album, una raffinazione. Jamie XX coglie l’anima di Heron e la trasforma, la
amplifica e ci mette qualcosa di suo.
Running è un pezzo fntastico, che ci lascia immobili, impassibili, in ascolto.
Jamie XX ha reso un gran disco un capolavoro.
- Colomb, Nicolas Jaar, Space is Only Noise, 31/1
Non riesco a dare una
definizione a questo disco. Non riesco a capire se è il disco di un piccolo
nuovo genio dell’elettronica, o quello di un giovane invecchiato artista snob
di buon gusto. Quello che mi incuriosisce appunto è la persona dietro alla musica,
perché non c’è il minimo dubbio, il disco è bellissimo, e questa canzone lo
dimostra.
- Jestrüpp, Paul Kalkbrenner, Icke Wieder, 12/4
Jestrüpp è un'altra, non
rara dimostrazione della genialità di Paul Kalkbrenner, e del fatto che la
techno ha ancora parecchio da dirci.
- Eden, Subsonica, Eden, 8/3
I Subsonica sono capaci
di alternare nello stesso album alcune delle canzoni più idiote dell’ultimo
decennio e alcune delle più belle. Eden è una delle più belle.
- Levels, Avicii, (single), 4/5
I Nordici non sembrano
mai stanchi di dimostrarci che nella Trance non ce n’è per nessuno, i migliori
sono loro. A volte è umiliante. Ma quando la musica raggiunge questi livelli
diventa un piacere ascoltarla, anche se con l’amaro in bocca e la consapevolezza
che Christian Marchi un mix così non lo farà mai. Levels è uno dei più bei
pezzi Dance dei 2000 un pezzo che ci farà ballare ancora per un bel po’.
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