lunedì 2 gennaio 2012
James Blake
Genere: Elettronica/Soul/Post-Dubstep
Autore: James Blake
Anno: 2011
Voto: ★★★★★★★★★☆
Credo che per recensire un disco si debba avere una cultura musicale sconfinata, soprattutto se si desidera entrare in territori quasi completamente inesplorati musicalmente, in generi che sono, se vogliamo, antitetici rispetto al proprio concetto di Musica. Ovviamente non avendo una cultura così ampia dovrei trovarmi in seria difficoltà a descrivere quest'album.
Ma nonostante questo mea culpa iniziale sono qui a scrivere, proprio perché alcune musiche, alcuni brani, alcuni (capo)lavori suscitano così forti emozioni da non essere più circoscrivibili semplicemente all'interno di una qualche corrente musicale. Questo succede quando quello che si crea è fortemente impregnato di una qualche spiritualità artistica e unicità stilistica.
James Blake è un ragazzo giovane ma geniale: a soli 23 anni pubblica questo album di debutto, omonimo, che riesce ad assemblare in modo incredibile la nuova tendenza elettronica con il più dolce e intenso dei songwrinting. Blake è un musicista con gusto, che riesce a trovare il guizzo geniale in ogni brano e regala atmosfere da brividi a chiunque ascolti questa musica, una musica intima allo sfinimento, ricca di passione ed intelligenza compositiva.
I due brani che aprono il disco sono perle che vengono da un altro pianeta, già così mature, così perfette nel loro azzardo, nel gioco di generi musicali che questo ragazzetto si diverte a scombinare a proprio piacere: l'attacco di Unluck ricorda il più passionale dei soul, la sua voce così profonda e ricca persino modulata con i più svariati effetti mantiene un'umanità che è raro trovare altrove, e la batteria è minimale, ritmi dubstep ridotti ai minimi termini.
Wilhelms Scream è costruita su un incessante crescendo, un wall of sound che man mano sovrasta tutti gli strumenti e poi anche la voce di Blake, che è anch'essa uno strumento d'altronde, per poi risolversi con il ritorno alla quiete iniziale della canzone.
Cito a titolo esemplificativo ancora la bellissima Lindesfarne (divisa in I e II parte), che è forse il picco più alto raggiunto dall'intero album: la prima parte è solo una presentazione minimale della melodia della seconda, con una modifica elettronica ma mai "macchinosa" di quella voce che è di primaria importanza nella musica di Blake; la seconda parte è una dolcissima ballata in questo strano stile contaminato che è marchio di fabbrica del giovane artista inglese.
Ma ogni pezzo contiene una sorta di magia che fa veramente amare questo disco e la sua forza espressiva: la bellissima Measurements che chiude l'album è senza dubbio un augurio per il futuro.
James Blake è un album perfetto da molti punti di vista, forse addirittura ineguagliabile dallo stesso artista, che essendo solo alla sua prima pubblicazione potrà nei prossimi anni regalarci molto. O almeno è quello che tutti noi ci auguriamo.
Guarda su Youtube:
Per iniziare ad ascoltarlo consiglio i live di Unluck e The Wilhelm Scream.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Questo ragazzo è una gran promessa per la musica, uno stile eclettico del tutto nuovo che mi ha lasciato senza parole la prima volta che l'ho ascoltato... nell'ultimo ep (enough thunder ndr) si riconferma un visionario..
RispondiEliminaps. bella recensione
pouya
Ho scoperto dell'esistenza del nuovo ep da pochi giorni da Ondarock che non lo recensiva positivamente, quindi forse per preservare la mia idea su Blake ho preferito non ascoltarlo.. ma mi fido più di te sinceramente ahah quindi lo ascolterò! grazie per il commento! :)
RispondiElimina