venerdì 14 febbraio 2014
Sun Structures
Genere: Psichedelic/Brit-Rock
Autore: Temples
Anno: 2014
Voto: 8.5/10
I Temples sono un gruppo inglese di Kettering, Northamptonshire. Io non ho la minima idea di dove si trovi, ma è proprio il background bucolico ad essere fondamentale nell'analisi di questo complesso.
Opera prima, "Sun Structures" colpisce dalle prime note per la maturità compositiva che mostrano Bagshaw e Warmsley, rispettivamente cantante/chitarrista e bassista, nonché curatori di tutti i brani. Non tradiscano i palati più raffinati l'uso smodato di chorus e reverb, retaggio dell'influenza della psichedelia 60's. Perché nonostante non ci sia nulla di nuovo in questo album, dopo uno e più ascolti rimane un intenso senso di soddisfazione personale. Perché parlare di un album che non aggiunge nulla di nuovo nel panorama musicale? Proprio perché l'insistenza su sperimentalismi spesso fini a se stessi e innovazioni forzate ha portato in questi ultimi anni a osannare fautori di lavori tanto "innovativi" quanto poco ispirati, vedasi l'ultimo di James Blake.
"Sun structures" ci riporta ai suoni dei migliori Kasabian, i tipici lirismi brit degli Arctic Monkeys accompagnati da un'esplosività di suoni e colori al peyote in puro stile Flaming Lips. Certo, mancano le batterie spasmodiche ed i ritmi serrati, in favore di un'ambientazione più ballad. D'altronde lo stile è tipicamente pop, seppur infarcito di suoni talvolta duri. E se a volte i due inglesini eccedono nell'arrangiamento (temibili le tastierine 80's in The Golden Throne), c'è da dire che la ricerca della melodia è sempre azzeccata (Sun Structures, Keep in the Dark, Move With The Season, vera perla dell'album).
Nonostante i Temples siano assai lontani dal lasciare la loro impronta nella storia della musica, è proprio questa estemporaneità della loro prima fatica a renderla unica, "coraggiosa" e in un certo senso anticonformista.
Niente di più semplice, è solamente un album che vale la pena ascoltare.
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