Genere: Commedia
Anno: 2011
Cast: Owen Wilson, Rachel McAdams, Adrien Brody, Kathy Bathes, Michael Sheen
Regia: Woody Allen
Durata: 94'
Voto: 7,5/10
Midnight in Paris, presentato come film di apertura al Festival di Cannes di quest'anno, è il 43° lavoro di Woody Allen come regista, nonché scrittore e sceneggiatore. La sua è una carriera lunghissima, che parte nel 1966 con "Che fai, rubi?" e attraversa tutta la seconda metà del secolo scorso, lasciandoci perle cinematografiche quali ""Manhattan", "Io e Annie", "Il Dormiglione" e moltissimi altri. Appare evidente che con una media di un film all'anno anche il più grande genio creatore cada inevitabilmente nel banale, e che soprattutto l'avanzare dell'età faccia sbiadire pure la più lucente delle menti. E non sono mancati "flop" in questo nuovo millennio: giusto per la cronaca possiamo citare i non brillantissimi "Scoop", "Vicky Cristina Barcelona" e "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni".
Tuttavia, sarà la romantica atmosfera parigina o l'originalità della sceneggiatura, questa volta il regista newyorkese ci regala un'ottima prova di regia ed un film godibilissimo, con un Owen Wilson che si rivela (inaspettatamente?) un ottimo specchio per quel personaggio che d'altra parte è sempre l'Allen di "Manhattan": un sognatore innamorato della cultura.
La trama è piuttosto semplice: una giovane coppia compie un viaggio a Parigi, e mentre lei è sempre più attratta dall' "altro" (Michael Sheen), lui, uno scrittore in cerca di ispirazione, si dedica a passeggiate notturne per la capitale francese.
Lo schema viene sovvertito quando in una sera di solitudine Gil, questo il nome del protagonista, viene invitato ad entrare in una macchina in stile anni '20 che si dirige ad una festa.
Man mano il giovane scrittore entra, per magia o per sortilegio, nella Parigi della Lost Generation, incontrando Scott e Zelda Fitzgerald, Hemingway, Picasso, Dalì (simpatico cammeo di Adrien Brody), Buñuel, fino a trovare l'amore in quel mondo che lui venera all'esasperazione.
Lascio il finale a chi volesse guardare questo film che sicuramente si fa apprezzare per la sua freschezza e il suo ritmo che non annoia lo spettatore.
Rimane comunque una riflessione quasi filosofica di Allen, che trasmette ottimismo e infonde coraggio ad un mondo in cui catastrofismi e pessimismo dilagano, e che invece ha bisogno dei sogni e della spensieratezza di chi lo abita.
Pubblico la scena di apertura, che ho trovato fantastica: Parigi e il Jazz sono una bella coppia d'altronde.
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