sabato 11 febbraio 2012

Moneyball - L'arte di vincere




Genere: Drammatico/Sportivo
Anno: 2012
Regia: Bennett Miller
Cast: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Chris Pratt
Durata: 133'
Voto: 7,5/10

Questa volta si tratta di un film sportivo, che poi sportivo non è. Potrebbe sembrare in effetti: il titolo, l'ambientazione, tutto fa supporre che questa sia l'ennesima pellicola con argomento baseball. Film di serie B, a tratti inguardabili, e che a volte catturano anche attori del calibro di Keanu Reeves (fantastico in Matrix, assolutamente cestinabile in molte altre sue interpretazioni).
Quindi si tratta di un film sul baseball, con una trama assolutamente scontata: la squadra protagonista è senza soldi, si ingaggia un povero disperato che risollevi le sorti dei nostri campioni, e tra lacrime e gioie il tutto si chiude con la vittoria in campionato, magari all'ultimo minuto di gioco.
Ma ovviamente se questo Moneyball (lo so, è il titolo originale, ma lo preferisco di gran lunga alla trasposizione italiana) fosse un prodotto come quelli che ho citato di sopra, non sarei qui a parlarne.

Il tutto si apre, e si chiude, con il personaggio di Billy Beane, general manager degli Oakland Athletics, sempre in primo piano. A recitare in questo ruolo è un magistrale Brad Pitt, che si lancia con forza verso una Notte degli Oscar che possibilmente lo vedrà vincitore della statuetta per la migliore interpretazione.

Lo svolgere degli eventi è interessante, dato che si apporta ad un normale film di baseball quella nota economico-scientifica tipica dei giorni nostri: un giovane neolaureato in economia aYale (Jonah Hill) trova il modo di applicare la statistica dei punteggi di gioco al baseball,- sport che negli States è tutta passione, sudore, sangue, lacrime- con l'appoggio del solo general manager. Naturalmente alla coppia che vuole applicare queste fredde statistiche ad un gioco "di calore" quale il baseball si contrappongono tutta una serie di "conservatori", che non ritengono idoneo quell'approccio così estraneo al loro mondo.

A parte la trama, quasi da manuale, quello che fa riflettere è il grande lavoro di Pitt, che dà un'umanità sconvolgente al suo personaggio, caratterizzato da quel forte dualismo che vede spesso l'uomo a tratti irrigidito dalla sua corazza, a tratti completamente nudo dinnanzi agli occhi dello spettatore.

Film adatto a tutti, che sarà ricordato più che altro per l'interpretazione di Pitt che non per la sua storia: l'attore ormai prossimo ai 50 è maturo e si conferma capace dell'ecclettismo più totale in film che vanno dal violento Snatch, al riflessivo/distruttivo Fight Club, all'emotivo Babel, fino all'ultimo Burn After Reading.

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