domenica 22 gennaio 2012

Top Five


22/1/12 
Elettronica

L’elettronica non è uno stile musicale, non è un movimento o un genere preciso.
Si definisce elettronica la musica prodotta con sintetizzatori, computer, drum machine e tutte le altre apparecchiature elettroniche che oggi usiamo in musica.
Per questo esatto motivo è anche difficile datarla e definirla, in maniera precisa, dato che l’uso dei sintetizzatori in musica è cosa comune già a partire dai primi anni 70’ nella musica Rock e nel Rock progressivo. Quindi dovrò fare una distinzione. La mia classifica di oggi si occuperà solamente di quella che possiamo chiamare “elettronica pura”, ovvero musica completamente sintetizzata, senza elementi acustici che non siano loop e registrazioni, elementi alla base della sintesi.
Tra i generi dell’ Elettronica pura troviamo innanzitutto la Techno e la House, i due generi dominanti dell’ultimo ventennio, accompagnati da sottogeneri come la Trance, il Drum&Bass e il Dubstep. Tra i generi di Elettronica pura vanno compresi anche il Rap e l’Hip-Hop, i due “grandi” provenienti dall’America, ma che non tratterò nella mia Top Five, data la mia avversione viscerale all’Hip-Hop, un genere che ormai solo più un americano può ascoltare senza tagliarsi le palle per la noia. Essendo io attualmente in America sto facendo una fatica boia per evitare di tagliarmele, tra Ludacris, Justin Bieber e una truppa di cantautori Country alcolizzati.
Quindi mi limiterò ai generi sopracitati e a quei pochi predecessori della musica sintetica che negli anni 70 e 80 ingrossavano le fila del tardo Progressivo e dello Space Rock.

  1. Second Lives, Vitalic, Flashmob (2009)
 Molto spesso nelle Top Five metto le canzoni in ordine sparso, senza dare importaza al numero che le precede, ma oggi no, non per questo pezzo. Second Lives è il più bel pezzo di elettronica mai composto e su questo non ho il minimo dubbio. Vitalic ci dimostra ancora che la musica è piena di porte, di sentieri nascosti, passaggi segreti che non abbiamo ancora scoperto, che c’è ancora del fascino, tutto da scoprire. Second Lives non lascia scampo. Il modo in cui si intrecciano le melodie, in cui ogni nota va al suo posto e cade nel momento giusto, per lasciarti un brivido freddo lungo la spina dorsale, un brivido che dura per quattro minuti e ventisei secondi. L’inno della notte.

  1. Have Mercy on Us, Bloody Beetroots feat. Cècile, Romborama (2009)
 Have Mercy on Us è l’unico pezzo in lotta per il primo posto, l’unico che potrebbe insidiare, anche se da lontano, la leadership di Second Lives. I Bloody Beetroots sono un gruppo Italiano formato da due DJ fottutamente bravi, non so come definirli diversamente. Lo stile è particolare, pare essere influenzato da tutto, sembra quasi un puzzle formato dagli elementi più svariati, contaminato da realtà, fantasia e finzione, una volta per raggiungere mondi paralleli. Un pezzo indimenticabile.

  1. Harder Better Faster Stronger, Daft Punk, Discovery (2001)
All’inizio pensi: ma che diavolo è sta roba? Ritmo funky, suoni retro, voce distorta. Poi cominci a muoverti. Il ritmo ti prende. Poi arriva il momento. Rimane solo la voce con la batteria sotto. E non ce n’è più per nessuno.

  1. New York is Killing Me, Gil Scott-Heron & Jamie XX, We’re New Here (2011)
Quando il genio indiscutibile di Gil Scott-Heron incontra lo slancio giovane e viscerale di Jamie XX il risultato è un esplosione di suoni. Suoni meccanici e notturni, ritmi sincopati che ti mettono a disagio ma che non ti lasciano scappare, ti stringono nella morsa della voce profonda di Gil e del mix incomparabile di Jamie XX. Un gran pezzo. 
  1. Omen, Prodigy, Invaders Must Die (2009)
I Prodigy. Non c’è nulla da dire, sono un o dei migliori gruppi di Elettronica dell’ultimo ventennio, e se c’è un genere che possiamo definire “Elettronica” vera e propria, è il loro. Una musica violenta, a tratti punk, a tratti techno e dubstep. Omen è il loro miglior pezzo, traccia madre del loro miglior album, Invaders Must Die. L’atmosfera ipnotica e cupa non priva la musica della sua velocità di movimento, che trasmette e irradia intorno a se come un sole, un ragno che irretisce nella sua tela ogni essere vivente. Wow.

L’Elettronica non è un genere, non è uno stile. È un modo di fare musica. Ma una cosa è sicura; non abbiamo ancora trovato il modo di renderla un mondo a se, di staccarla dalla tradizione rock e jazz e dal passato, per farne qualcosa di nuovo. Ma non c’è dubbio.
La strada è questa

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