lunedì 14 novembre 2011

The King Of Limbs



Genere: Pop/Rock
Autore: Radiohead
Anno: 2011
Voto★★★★★★★☆☆☆


Alcuni dischi hanno bisogno di diverse ripassate per essere digeriti, assimilati. E se tutto va bene anche apprezzati. Alcuni dischi hanno bisogno di massime talvolta scontate per essere recensiti, e The King Of Limbs è senza ombra di dubbio uno di questi.
Ascoltandolo per la prima volta sembra che ci sia qualcosa che non va: dove diavolo sono finiti i Radiohead di Bodysnatchers e All I Need? Per non parlare di quelli di Karma Police e Paranoid Android.
Fraseggi sconnessi, batterie nella penombra e che si confondono in maniera micidiale con le drum machines.
Poi al secondo, al terzo o quarto ascolto uno capisce che c'è un perché a tutto questo.


Le musiche sono semplici ma mai semplicistiche. I suoni sono centinaia tra loop e cori. Il canto ottimo di Thom Yorke dà davvero l'impressione che tutto sia collegato, come nella trama di un magistrale film giallo.


Bloom è la canzone "tipo" dell'album: chitarre che ripetono il proprio fraseggio creando atmosfere rarefatte con una batteria sferzante e monotona, seguita a ruota dal basso, che non lascia scampo a tecnicismi di genere, il tutto al fine di creare un sottofondo ideale ad una voce che riesce a fare emozionare, ricamando qualcosa di sensato su un sottofondo che tutto sommato è sempre lo stesso.


Morning Mr. Magpie è una variazione sul tema, con ritmi più serrati e atmosfere oniriche, con un netto stacco in mezzo che la voce di Yorke ricama splendidamente, per poi ritornare sulle note principali.
Little By Little è a mio parere il pezzo migliore di tutto l'album (insieme a Separator). La partenza è di quelle che spiazzano, con una forza inusualmente esplosiva (nonostante non ci sia ombra -per fortuna- di distorsori in tutto l'album); la solita voce, che è l'elemento che tiene incollato ogni pezzo all'altro per tutta la durata del disco, è perfetta per il compito di dare vigore ed espressione alla canzone. La successiva Feral funge da intermezzo musicale riprendendo lo stile principe dell'intero album, con una voce più delirante che melodica.


Lotus Flower è il primo singolo (e video) rilasciato insieme all'album, ed è forse uno dei pezzi più riusciti. La batteria è al solito martellante e ripetitiva, con un basso che sta lì appiccicato alla cassa per non staccarsi più.  Yorke è ormai un cantastorie che traccia su un semplicissimo giro armonico la sua melodia, che si mantiene sempre di altissima levatura. Il video merita sicuramente di essere visto.


Codex e Give Up the Ghost sono i due pezzi "lenti", quasi delle ballate, che i Radiohead piazzano ormai da molti anni a questa parte. Sicuramente sono i brani più riflessivi: il primo è un giro di piano contornato dalla voce malinconica e a tratti straziante del leader, ricamati dai particolarissimi arrangiamenti di Jonny Greenwood, che a mio parere meritano sempre; il secondo è un brano che vede il solo Yorke che ci mette voci, cori e chitarre, e che porta avanti un pezzo facile quando godibile, e l'utilizzo magistrale del loop fa sembrare la registrazione un lento incedere del cantante, che lascia briciole di pane addentrandosi verso il bosco oscuro -la stessa copertina a me fa affiorare quest'immagine- che è l'apice della canzone.


L'ultima fatica è qualcosa di geniale: se la quasi totalità degli album della band si conclude con episodi melodici come lo sono i due che ho appena citato, questo lascia aperto uno spiraglio che è la fantastica Separator. Ci risiamo: batteria monotona (ma sempre particolare), basso che le sta attaccato, e chitarre e tastiere che eseguono come delle pennellate sulla tela. Ma è la voce di Yorke che sul finale cambia tutto, e incita l'ascoltatore a svegliarlo dal grande viaggio onirico che è l'intero album: "Wake me up, wake me up.."


Non è sicuramente l'album migliore dei Radiohead, ma ci lascia comunque la certezza che la band non è finita e non si è nemmeno omologata a nessuna corrente: c'è ancora voglia di sperimentare e di azzardare, anche se talvolta si finisce col comporre qualcosa di non esattamente finito (e quest'album a me dà quest'impressione).


Guarda su YouTube:
Il geniale video di Lotus Flower e l'intera sessione di From the Basement 2011.

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